“Kintsugi. Riparare con l’oro.”

In questi giorni mi è capitato di imbattermi in un articolo che parlava di una tecnica giapponese chiamata “Kintsugi”, cioè riparare con l’oro. In pratica, quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro, donandogli un aspetto nuovo attraverso le preziose cicatrici. Ogni pezzo riparato di conseguenza è unico e irripetibile proprio grazie alle sue “ferite” e alle irregolarità delle decorazioni che si formano. In Giappone si crede che, quando un oggetto ha una storia ed ha subito una ferita, diventi ancora più bello e prezioso, poiché è proprio da una ferita che può nascere una forma ancora maggiore di perfezione, sia estetica che interiore.

Ho trovato la cosa meravigliosa. Ogni giorno incontro nel mio studio persone ferite, spesso sofferenti. L’atteggiamento più comune è vergognarsi di queste ferite, nasconderle, volere che il dolore scompaia e che non rimanga più nemmeno la cicatrice, perché si sentono sbagliate, rotte, incomplete o vuote. Molte di loro mi dicono: ”Come farò ad avere una relazione se sono così? – “Come potrò avere un figlio?” – “Come potrò essere d’aiuto ad altre persone?”.

A tutte queste persone che si sentono rotte o sbagliate dico:

“Onorate le vostre ferite, sono queste a rendervi speciali, è il vostro dolore che vi impreziosisce. Se imparate a prendervi cura delle vostre ferite, ad amarle e a vederle come occasioni di crescita per voi, allora saranno proprio queste ferite a rendervi più preziosi.

Da qualche parte ho letto una frase che dice che è proprio dalle crepe che entra la luce. E, se siamo illuminati da dentro, allora rispondiamo sempre, anche quando tutto il resto del mondo attorno a noi è buio.

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