Quando riposarsi non basta.

La maggior parte delle persone è convinta che, quando ad esempio attraversiamo un periodo di intenso lavoro, un po’ di riposo e relax possano essere la soluzione al malessere e che ciò basti a ricaricare le batterie mentali. In realtà, non è proprio così.

Spesso andiamo in stress perché non ci sentiamo capaci di affrontare una situazione o perché cerchiamo di affrontare più faccende contemporaneamente.
In queste situazioni un periodo di riposo può dare un sollievo momentaneo, ma non definitivo. Per recuperare energie occorre invece imparare a chiudere gli affari irrisolti, perché la benzina mentale viene consumata nel tentativo di raggiungere obiettivi, siano questi importanti (come grandi obiettivi lavorativi o affettivi, più o meno consapevoli) oppure meno (come mettere a posto finalmente la cantina).
Ogni obiettivo consuma energia mentale, anche quando prendiamo un periodo di riposo. Ma quando viene raggiunto pienamente, come per magia la mente si ricarica.
È esperienza di tutti che, dopo una grande soddisfazione, o quando portiamo a termine qualcosa, anche se fino a un attimo prima si era stanchi, ci si sente invece energici e propositivi.

Ma perché arriviamo a questi momenti di stanchezza e di tensione?

Le cause possono essere molteplici. A volte ci stressiamo perché ci sentiamo coinvolti in situazioni che non riusciamo a risolvere, o peggio, in situazioni in cui non vediamo una via d’uscita.
E’ il caso di alcuni miei pazienti che, pur soffrendo per situazioni negative sul lavoro, non riescono a cambiarlo. O anche di quei pazienti che non riescono a chiudere delle relazioni dolorose.
Spesso, in questi casi, ci si sente incapaci di cambiare o di risolvere perché spaventati e perché non ci si sente davvero in grado o meritevoli di meglio. Questi miei pazienti hanno in genere una bassa stima di se stessi, anche se apparentemente non si direbbe.
È infatti noto che, più ci si percepisce come capaci rispetto a quello che stiamo facendo o stiamo vivendo, più è probabile che raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati, senza rimandare o senza aspettare che altri lo facciano per noi (es. “Sto attendendo che qualcuno mi offra una buona opportunità lavorativa.” –  “Vorrei che anche lui/ lei capisse che non possiamo continuare così.“).

Altre volte invece ci stressiamo perché sovrastimiamo le nostre possibilità e chiediamo a noi stessi troppo, troppo, troppo.
È il caso di quei miei pazienti che vogliono avere tutto sotto controllo o che affrontano più situazioni complesse, contemporaneamente.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare anche queste pazienti hanno una bassa stima di sé stessi.
Infatti, il pensiero inconscio che sta dietro al comportamento del controllo o dal voler far tutto, è spesso un pensiero negativo su sé stessi: “Non sono bravo se non sono perfetto, non sono bravo se non arrivo dappertutto“.
In poche parole o sono un super uomo/donna o non valgo nulla.

Se vediamo le situazioni di stress sotto questa luce allora riusciamo a comprendere che la soluzione non è il riposo, ma l’amore verso se stessi, il prendersi cura di più di noi, della nostra energia emotiva e non solo di quella fisica. Energia emotiva che spesso viene corrosa da pensieri negativi su di noi e sulle nostre capacità.
Energia negativa alimentata dal chiedere a sé stessi obiettivi impossibili.
Dobbiamo imparare ad allentare le tensioni della nostra vita concedendoci delle pause di morbidezza e di coccole: una chiacchierata con un amico, un momento di relax facendo qualcosa che ci piace davvero.
Ma soprattutto dobbiamo credere in noi stessi, nelle nostre capacità, dobbiamo trattarci con gentilezza e supportarci con parole incoraggianti quando vediamo che siamo in difficoltà.

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