Ritratto Terapia

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★ PROVATO IN PRIMA PERSONA E CONSIGLIATO DALLA PSICOTERAPEUTA STEFANIA COLOMBO ★ https://www.micaelazuliani.com/ritrattoterapia

Io e la dottoressa Stefania Colombo, psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale e bioenergetico, dello spaziopsicoterapia a Milano, abbiamo deciso di creare dei progetti insieme in cui la fotografia e la psicologia lavorano per un fine comune: la terapia e il benessere delle persone.
Per poter comprendere meglio come lavoro, ha provato di persona il Ritratto Terapia, sotto una sua recensione.
“Oggi ho incontrato per la prima volta Micaela Zuliani, sebbene sapessi già come lavora da diverso tempo non avevo mai avuto il piacere di fare una chiacchierata con lei. Sono andata a casa sua pensando di rimanerci un paio d’ore e alla fine ci sono rimasta quasi per tutto il pomeriggio. Ci siamo raccontate di noi e dei nostri progetti professionali, di che cosa significa per noi fare terapia. Sembravamo due bambine emozionate nel ritrovare nell’altro gli stessi punti di vista, le stesse idee, la stesse riflessioni sulla terapia, l’arte e il potere della comunicazione. Fino a qua tutto bene, poi ho voluto sperimentare,come sempre faccio, su di me il suo approccio prima di poterlo proporre ai miei pazienti. Così mi sono fatta fotografare.
Per me e il mio narcisismo non è stato semplice, perché sapevo che Micaela non è alla ricerca delle foto belle, ma è alla ricerca delle foto vere. 
Wow… li ho potuto avvertire veramente la potenza del suo approccio e di come attraverso il suo occhio intuitivo, attento e sensibile Micaela ti accompagni e faccia luce su quegli angoli più nascosti che sono dentro di te.Ti tira fuori, ti mette a nudo, (anche se stai posando vestita), E poi ti guarda con il suo sorriso bellissimo e ti dice: ”guarda che sei tu, ti piaci?”
Ed è difficile, perché NO a volte non ti piaci, ma sei così e sei vera, E ti riconosci vera.
Ho visto di me cose che conosco e che ancora dopo tanti anni di terapia faccio fatica ad accettare, come la mia difficoltà a lasciarmi andare completamente, ho incontrato la mia sensualità di cui ancora mi vergogno e mi spaventa, e la mia fragilità. Ed ho di nuovo avuto la conferma di come il nostro corpo comunichi più di ogni altra cosa e di come parli di noi stessi, andando oltre i nostri costrutti mentali, oltre quello che noi ci raccontiamo di noi.
Micaela, attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica ti vede (veramente) e quindi tu ti vedi.
E mi è venuto in mente di come il bambino si riconosce e costruisce la propria identità attraverso il rispecchiamento con la madre e attraverso l’immagine che la madre gli rimanda di lui.
E di come l’essere umano sia come un’opera d’arte bellissima e come un’opera d’arte prende significato quando c’è qualcuno che la guarda.
Micaela mi ha chiesto di scrivere un commento a caldo e questo è quello che mi è venuto, ma io credo che il lavoro fatto oggi mi lavorerà dentro ancora per un po’…”

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