Io Canto.

“Io canto” è ciò che ripete Laura nella bellissima poesia che ha scritto alla fine del suo percorso. Laura è una donna che ho avuto il piacere di accompagnare come terapeuta per un pezzo del suo percorso nella vita.
In genere chiedo ai miei pazienti, quando sentono di aver finito il loro percorso di psicoterapia, di portare qualcosa che rappresenti la strada fatta insieme. Chiedo loro di essere creativi, ognuno come può, ognuno come sente nelle proprie corde, di provare a condensare in un’immagine, un oggetto una produzione propria, quella che è stata la loro esperienza del percorso di psicoterapia.
Voglio condividere con voi questa bellissima poesia di Laura, da lei scritta e regalata a me e anche a voi e a tutti coloro che vorranno leggerla.
Grazie Laura per la strada fatta insieme.

Ciò che sono io canto
Ciò che accade

La pianta di Datura che altissima svetta.
Piena di fiori violetti,
portata dal vento nell’angolo del vaso.
Ci voleva la terra,
e c’era, per il seme.

Le cose che non vanno come vuoi tu
Io canto
vanno come vanno
Teresa non prende la sufficienza in latino,
Gian non mi fa il regalo che vorrei
E le sue mani, io canto.

Il cielo rosa di fine estate
La mia bici che pedala veloce padrona delle strade
Le risate intorno a un tavolo
La luna e tutte le sue facce tutte belle.

Il senso del giusto
Io canto
Quando, perduta, tutto era scomparso
Essere quella che sono.

Acqua di sicuro sono
Acqua che scorre e acqua ferma

Sono bosco attraversato dall’odore dell’alba
e foglia che ride leggera e presto si staccherà

Sono quel vecchio all’angolo della strada stanco e curvo
e la bimba saccente che lo guarda

La voce che urla da quella finestra e poi si placa
E questo bruco io sono che non sai se diventerà farfalla, appeso alle foglie di Datura.

Sono i tuoi occhi umidi mentre mescoli il caffè
labbra appassionate che aspettano al portone

Sono la prima luce che accende la scogliera e scalda subito.
Sono quella che sono
Io canto
Nè più nè meno di quella che potrei essere

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